VEGLIATE!
“… dov’è il cuore là c’è il tesoro”: è parte di una frase del Vangelo di oggi. In una domenica caldissima, che precede di poco il ferragosto in arrivo, un tempo in cui tutto quello che vorremmo fare sarebbe stare al fresco e senza pensieri.
Ma il Signore sa che non si può essere distratti e proprio quando ne abbiamo più bisogno ci ricorda di vegliare “perché non sai mai quando il ladro arriverà alla tua porta, altrimenti non gli permetteresti di derubarti”.
E ci sono mille similitudini che mi vengono in mente con queste parole, in questo tempo che non è solo di ferie ma anche di realtà, di politica, di legami: di vita insomma.
Nei giorni scorsi ho parlato tanto rispetto ai miei ultimi standard abituali. Di figli, di rapporti, di legami e del conto in banca che ho senza avere nulla. E poi ho letto di questa paura di regime che serpeggia e la superficialità che spesso mettiamo nelle cose che riguardano direttamente le nostre vite, ma alle quali dedichiamo poca importanza. E ho seguito il mio amato calcio e le grandi schifezze che si porta dietro. E ho ascoltato la musica, un “Father and son” che mi regala emozioni attraverso notr che non saprei riproporre, ma che mi arriva perfettamente al cuore e trova portoni spalancati dove riposare.
Chiesa e realtà. Il mio mondo fuori e l’ora della Messa che si sovrappongono, perché, a dispetto di quanto tanti credono, le due cose sono molto più legate e vicine di quanto si possa pensare.
L’uomo che crede, si deve sempre tenere pronto, perché in ogni momento il Signore può decidere di chiamarlo a Sé e chiedergli se è pronto per quell’eternità che ha preparato. E in questo percorso di avvicinamento all’ultimo istante, bisogna far sì che davvero il nostro cuore sia pronto e ricco. Non di cose, ma di vita vissuta, di affetti costruiti, di amore donato. E per questo noi siamo liberi di scegliere. Si può e si deve fare una scelta. È la nostra particolarità, è la nostra condizione di uomini che ci permette di decidere.
E qui viene fuori la politica, la nostra appartenenza da una vita pubblica e sociale, al rispetto che dobbiamo avere per ciò che è di tutti e allo stesso tempo per quelli che sono i diritti di tutti gli esseri umani di essere rispettati nel loro privato.
I nostri ultimi giorni sono stati, diciamo, rappresentativi di una realtà che poco si sposava con la concretezza, ma che da tempo va avanti a furia di spintoni, un po’ di abbracci e tanta confusione. E poi si arriva allo scoppio. Probabilmente dovremo andare di nuovo al voto, che sarebbe sotto tanti aspetti la cosa migliore visto che strada hanno preso i nostri rappresentanti, ma a differenza delle ultime consultazioni, come ci arriviamo?
Sono tanti anni che non si sentiva più così forte quella sottolineatura tra la destra dispotica e ignorante e la sinistra democratica e acculturata. Eppure questo credo che sia l’inizio della grande incomprensione e del grande errore che si sta facendo ancora una volta in questo Paese.
La sinistra oggi vede Salvini come il nuovo Mussolini. I suoi modi arroganti, assolutamente discutibili, prepotenti e alla ricerca di un potere assoluto per fare un po’ di pulizia in questa Italia affogata da stranieri e corruzione.
Salvini e la sua Lega che indicano negli avversari persone incapaci di far rispettare l’Italia e fondamentalmente degli ipocriti che fanno la faccia bella davanti al popolo, ma che di fatto non li tutela, facendo invece gli interessi delle Banche e che si nasconde dietro una parte della Magistratura.
Questo in una lettura veloce e poco approfondita, perché altrimenti dovremo scrivere molte pagine di sola politica. Ma in realtà la considerazione che vorrei fare è molto semplice.
Salvini piace a molta gente, in ogni parte d’Italia, perché ha dimostrato, con i sui atteggiamenti, quella forza decisionale che da tanti anni manca in questo Paese. E noi siamo un popolo che ama delegare. Perché scomodarci a preoccuparci di cosa fare o non fare se abbiamo qualcuno che ci dice chi sono i cattivi e che ce li toglierà pure dai piedi? Perché non credere a qualcuno che parla il nostro stesso linguaggio arrogante, che noi capiamo perfettamente perché è quello che ci ha insegnato la televisione con i suoi programmi falsi, dal Grande Fratello, all’Isola dei Famosi, ai dibattiti tra esponenti politici che si preoccupano di urlarsi contro a vicenda in modo da non dover neanche giustificare quello che dicono che tanto non si capisce niente; che rappresenta un modo di fare prepotente, che noi abbiamo usato come i genitori nelle scuole, e al lavoro con i ricatti, l’assenteismo e la poca professionalità?
Salvini ci rappresenta molto bene come popolo. Molti storceranno il naso, diranno di no e io pure dico che certamente non è lui che voglio alla guida dell’Italia, ma cosa sta facendo chi sta dall’ipotetica altra parte della barricata? Sta usando le stesse sterili armi vecchie di trenta, quarant’anni ormai.
Questa cultura che dovrebbe dare la possibilità all’uomo di elevarsi, ed è verissimo che lo fa, loro come l’hanno gestita? Come l’hanno usata? Mettendosi dietro a tanti libri che non si sa, non se li hanno letti, ma se li hanno capiti. Se hanno mai messo i vestiti di quegli operai, di quei “poveri” che dovevano tutelare e che adesso sono diventati talmente tanti che non li vogliono più ascoltare. Perché c’è qualcuno che si mette in una piazza e coltiva odio, ma lo fa usando il concime che altri gli hanno lasciato.
È un momento storico delicato. Se davvero qualcuno vuole fare qualcosa per questo Paese ormai marcio fino alle ossa, dovrà farlo affrontando il popolo senza maschere. Siamo messi male, sono anni che passiamo da una lobby ad un’altra, tutelando come sempre gli interessi di pochi a discapito dei tanti, ed è questa certezza che ci sarà sempre qualcuno che vorrà sistemare le proprie cose che deve essere smantellata.
Non pensando di dire no a tutto. Chi non fa non sbaglia, sarà vero, ma neanche cresce e migliora se non osa. Noi abbiamo bisogno di persone che abbiano il coraggio e la competenza di portare drastiche modifiche alle nostre pessime abitudini. Non mi importa sotto quale bandiera, anzi forse vorrei qualcuno che scendesse in piazza senza nessun drappo, perché ormai è dentro quei vecchi simboli che si nasconde il marcio che ci ha dissanguati.
VEGLIATE! Vedete quanto è attuale allora quell’esortazione? Noi, uomini d’Italia e del mondo intero, stiamo attenti. La nostra vita scorre attraverso anni che dobbiamo impiegare nel comprendere il grande regalo che ci è stato fatto e quando ci distogliamo da questo compito, allora cominciamo a pensare che abbiamo bisogno di dimostrare la nostra grandezza attraverso grandi ricchezze. Non è una vergogna essere ricchi, è una vergogna essere così poveri d’animo da pensare che ci si possa vendere per diventarlo.
Provate a fissarvi un obiettivo: siete capaci di fare un sorriso al mattino solo per la fortuna di poter vedere un’alba o la gioia sincera negli occhi delle persone che amate? Se potete apprezzare queste cose, vi accorgerete che nessuna ricchezza ve le potrà comprare, ma solo l’amore e il rispetto che avrete saputo seminare.
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