Una vita a foglietti

Un altro 14 agosto

Cosa sono le tradizioni? Ripetizioni di incontri, parole, luoghi, gesti. Qualcosa che riviviamo nel tempo, ma cosa ci aspettiamo mentre ci prepariamo per loro?

La risposta dovrebbe essere “niente”, perché le aspettative tradiscono, deludono, creano ansie.

Molto più bella la leggerezza dell’incontro preso così, con la semplicità di un Tempo che scegliamo di dedicare a quella casa, a quelle persone, a quel giorno particolare.

Così arriva un altro 14 di agosto, di questo anno bisestile che, a detta di molti, ma come si dice di ogni anno da tanti anni ormai, “deve finire presto”, ma che intanto va avanti con le sue scadenze, i suoi ritmi e noi ci affanniamo ad interpretarli, dimenticandoci, troppo spesso, di viverli.

Pasquale, Amalia, Maria Assunta, Gaetano, Franco Bruno, Paola, Felice: questi i miei “amici al tavolo”, mentre con altri, causa impedimento fisico momentaneo, ho potuto interloquire poco.

Ma erano tanti, come sempre. La famiglia Di Domenico sa riempire sale e giardini, sa deliziare con bontà culinarie i suoi ospiti, ma crea soprattutto le condizioni per un incontro.

Di questo abbiamo parlato nelle tante conversazioni che ci siamo scambiati.

Non so se importa rivelare il contenuto particolare del racconto, se non piuttosto quelle tante cose che, come quando apri un regalo, vanno ben oltre l’oggetto che trovi nel pacchetto: sono le emozioni, le esperienze che si sono accomodate con noi in quel tavolo, che restano nella mia mente.

Una casa, un giardino molto vicino al cielo, una luna a tre quarti a farci luce, oltre le tante lucine che erano già, piacevolmente, vicine a noi; un luogo dove quel mio amato Tempo ha avuto la possibilità di giocare con i nostri ricordi, facendoci accomodare dentro vagoni con storie che aprivano spazi temporali specifici, che dovevano essere inquadrati nei Tempi in cui erano accaduti, ma che poi restavano lì, sul tavolo, tra il vino e le “palatelle”, tra il formaggio e il salame, tra i dolci e lo spumante, aspettando di essere srotolate, digerite, assimilate.

I progetti di un uomo votato alla custodia della memoria di un mondo contadino ormai evoluto, ma che sente profonde le sue radici. Il desiderio di un passaggio di testimone, la consapevolezza di quel Tempo che lì, accomodato nella sua sedia invisibile ma fortemente sentito, guarda gli sforzi che facciamo continuando ad averlo come argomento principale, senza davvero riuscire a comprenderlo.

Poi le affermazioni di chi aspetta proprio serate del genere, crea queste occasioni per condividere, per ascoltare, per ricevere e donare, e permettere a quel Tempo passato di tornare qui, ancora protagonista, perché nelle sue lezioni abbiamo possibilità di nuove letture.

Il prete e il suo bacio “ruvido”, la descrizione della prima notte di nozze di una donna degli anni trenta più o meno, le scoperte di visioni politiche, di cambiamenti e la fede e ancora il Tempo, la sua relazione con l’Eternità, ritrovata nella lettura di un brano “vecchio” di qualche mese, ma ancora giovane nel suo viaggio nel mondo.

E ricordi ancora; una persona citata, di cui scopro, solo la mattina dopo, la dipartita avvenuta proprio in quelle ore in cui io lo riportavo in un altro luogo, ripercorrendo un altro Tempo.

Gioca il Tempo con noi?

Cosa avrei detto di questi stessi racconti se li avessi ascoltati in un altro momento della mia vita?

Non cambiano le situazioni, cambiamo solo il nostro modo di porci di fronte ad esse.

Le storie sono l’acqua che ci disseta, il pane che ci sfama. Sono un pò come la manna dal cielo che doveva ricordare il miracolo del possibile e che è diventata la possibilità della sopravvivenza fisica.

Le storie ci parlano, tutto l’Universo lo fa, e noi, ciascuno di noi, ha il suo singolo, unico, inimitabile modo di farsi attraversare da quelle storie e crearne una nuova, personale, dinamica da portare in giro nel Tempo che viviamo.

La nostra splendida unica Storia da offrire come segno di gratitudine, per aver avuto la possibilità di viverla. Sempre e comunque.

Grazie

One thought on “Un altro 14 agosto

  1. Pasquale Di Domenico

    Le tue riflessioni sono fisiche e metafisiche allo stesso tempo, parlano di te, di noi e di tutti, in quel Tempo che cerchiamo di vivere al meglio. Complimenti vivissimi carichi anche di tanta gratitudine. Molto affettuosamente, grazie!

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