20/01/2016 Io sto con…
E con chi stiamo stamattina? Se avessi pensato di scrivere qualcosa sulla partita Napoli Inter, avrei sicuramente criticato le scelte di Sarri. Il Napoli è forte quando gioca con i suoi uomini migliori. Non si possono regalare pezzi in ogni zona del campo e pensare di avere gli stessi risultati, anche se non posso dire che l’Inter abbia meritato più di noi. Ma ora non conta molto. Da questo punto però è partita la serata nera di Napoli. Napoli tutta purtroppo, perché qui da noi, non c’è cosa che può accadere che si possa circoscrivere in un perimetro ben definito.
I fatti: pochi minuti alla fine, il Napoli sta perdendo, un Mertens che andava sostituito per aver perso i lumi già da un po’, ma impossibilitato al cambio per “casuale” infortunio di David Lopez, veniva espulso. Sarri prende due gol, perde le staffe e si rivolge a Mancini, impegnato nella sua professione principale, quella del lamentatore (forse non esiste ma è adatta), dedicandogli due parolacce: frocio e finocchio.
Essendo in presenza dell’arbitro, a cui scappa anche un sorriso come riferisce il Mancio, i due vengono espulsi. E? E succede che Mancini, l’irreprensibile perfetto uomo di classe qual è, davanti alle telecamere, rivela le offese ricevute.
Sarri ha sbagliato, ma errare è umano, tanto quanto chiedere scusa, cosa che è puntualmente avvenuta in privato e pubblicamente, ma Mancini e la sua Inter, sono rimasti così sconvolti da queste due parole, che devo immaginare non avessero mai sentito pronunciare, da essersi chiusi nel silenzio stampa.
E in Italia e poi di conseguenza nel mondo, cosa credete che sia successo? Apriti cielo. Sarri è un razzista, Sarri “…è un vecchio da cui non si possono sentire certe parole, non può stare nel calcio, in Inghilterra non entrerebbe neanche su un campo di allenamento…” (cito frase di Mancini). Bene caro Mancini, diamo atto alla pesantezza delle parole, all’errore del “vecchio” ma giovane allenatore Sarri, ma non credi che quando citiamo degli esempi di altre società che hanno saputo rendere civile anche il gioco del calcio con regole fatte e applicate, dovresti anche riconoscere che forse in un campionato come quello che tu pure hai vissuto, forse alla fine delle partite non ti saresti ogni volta nascosto dietro la mancata espulsione dell’avversario, o dell’errore sull’espulsione del tuo giocatore, visto che il gioco del calcio non è “per signorine ma per uomini veri” (tua citazione del dopo Napoli Inter di campionato). Non ti suonano un po’ razziste anche queste allusioni?
Ma noi siamo il Paese degli ipocriti. Quando vogliamo colpire e affondare, non aspettiamo altro che l’occasione, che purtroppo è stata concessa, per gestire un diverbio da campo, il luogo dove si commettono le cose più oscene, finanche ammazzare persone permettendo di giudicare la cosa in maniera diversa, come se una vita, fuori o dentro lo stadio potesse valere meno, come un fatto sociale. Ma siamo proprio sicuri che volessero essere delle offese razziste e non parolacce sì volgari, ma più che usate nel linguaggio di molti? Di molti di noi.
Ricordo la storia di Valentino Rossi e Marquez. In quell’occasione si era detto che Valentino aveva sbagliato a denunciare i suoi sospetti sullo spagnolo e questo avevo poi autorizzato Marquez a fare tutto quello che sappiamo. Ma come funziona? Se si parla si fa bene o si fa male? È sempre giusto, sempre sbagliato, solo come mi conviene? Arduo dilemma.
Se Sarri avesse pronunciato quelle parole che oggi tutti affermano che non si sono mai sentite tra allenatori o giocatori, e l’arbitro era presente alle offese, Mancini doveva contare sulla giustizia sportiva che poteva prendere qualunque decisione nei confronti del napoletano. Quello che lui ha fatto invece, è stato consegnare alla gogna una persona che, fino a pochi minuti prima, tutti riconoscevano come uno “vero” e bravo.
Qualcuno sottolinea il “coraggio”, paragonandolo a Gasparini che ha denunciato chi lo ha minacciato fisicamente, tanto da aver chiesto l’intervento della polizia. Una pantera sotto casa diventa visibile . Ma a me questa sembra un’altra storia.
Intanto lo facciamo in Italia, questo Paese che vive sull’ipocrisia, sulle bugie, dove discutiamo pure se sia giusto licenziare chi truffa lo stato e quindi noi, dove abbiamo una classe politica tra le più corrotte d’Europa e non so se andare oltre, dove banche estorcono soldi ai clienti come dei lestofanti e sembra quasi tutto normale, dove in televisione hai molto successo se sai litigare, dire parolacce e comportarti male, dove il presidente della Federcalcio è stato più volte invitato, senza nessun risultato, a dare le dimissioni per la sua difficoltà comunicativa (cosa che non fa mai sotto stress, ma con la lucidità del suo scarso vocabolario forse), dove una madre che ha perso un figlio e porta messaggi di pace può essere offesa come chi cerca popolarità, dove… e penso di fermarmi qui altrimenti scriverei un libro su quanti peccati gravi abbiamo!
A me vengono in mente offese gravissime rivolte a giocatori di colore per i quali neanche gli arbitri hanno saputo prendere le posizioni che proprio il regolamento consentiva; mi ricordo della banana mangiata da Dani Alves per mostrare ai cafoni quante strade ci sono per affondarli, e mi ricordo che Boateng reagì agli sfottò nei suoi confronti scagliando un pallone in tribuna e lasciando il campo insieme alla squadra. Lui è di colore, l’offesa era personale.
Prendiamo dunque atto che Mancini non ha resistito al peso di queste parole e alla tentazione di “denunciare” tale vergogna planetaria. Se gliene riconosciamo il merito che ha preteso, con il cuore distrutto davanti ai microfoni dei giornalisti, allora ci aspettiamo, da oggi, che il calcio diventi uno sport pulito.
Pulito da ogni forma di violenza tra tifosi, pulito da ogni slogan contro gente di un’altra regione, pulito da quei traffici illegali di scommesse che tutti conoscono, dopo che vengono fuori, ma di cui nessuno parla prima, pulito dalle sceneggiate che fanno i giocatori quando fingono di aver subito torti in campo, pulito dalle parolacce che gli stessi rivolgono agli arbitri, pulito da quei giornalisti che pur di scrivere qualcosa, tritano e ritritano storielle su personaggi (Balotelli docet) sperando in qualche titolo di copertina, pulito da quei genitori che si azzuffano già nei campionati dei pulcini pur di vedere in primo piano il proprio figlio su cui puntano le proprie rivalse. Pulito.
Se da questa denuncia arriverà questo tipo di pulizia caro Mancini, allora ti renderò atto di essere stato l’inizio di una rivoluzione. Ma se da questa storia cercherete di affondare il Napoli e Napoli, allora dovrò formulare un’altra teoria, che non è quella del cambiamento che migliora, ma quella della strategia che ti permette di affondare il nemico non sullo stesso piano, ma con l’astuzia.
- Piccole parole
- Paola e Antonello